Secondo l’Associazione Medici Diabetologi (AMD), in Italia sono circa 3 milioni le persone sofferenti di diabete; di queste, circa 300mila sviluppano le lesioni del piede diabetico.
Se le lesioni sono complicate da un’infezione non curabile, cresce il rischio di dover ricorrere all’amputazione dell’arto.
Attualmente sono 7.000 le amputazioni che vengono effettuate ogni anno in Italia a causa di lesioni infettate del piede diabetico.
L’aspettativa di vita per gli amputati, in 7 casi su 10, non supera i 5 anni dall’intervento; mentre i costi per il Sistema sanitario, in caso di amputazione, passano da 25.000 a 115.000 euro l’anno per paziente.
Questi dati rendono evidente l’importanza – sia a livello sociale che a beneficio dei singoli pazienti – di trovare una cura efficace che sia in grado di curare l’infezione ed evitare l’amputazione.
Il 26 e 27 novembre a Caserta, in occasione del III Corso Avanzato in Medicina-Chirurgia Rigenerativa Polispecialistica, organizzato dalla scuola di formazione professionale della SIMCRI (Società Italiana di Medicina e Chirurgia Rigenerativa Polispecialistica), verranno illustrati tre trattamenti innovativi per curare le lesioni del piede diabetico:
- le cellule staminali;
- il Plasma Ricco di Piastrine (PRP);
- la somministrazione di ozono.
A questo proposito, il dott. Michele Angelo Farina, presidente onorario della SIMCRI, ha spiegato che «oggi, grazie alla medicina rigenerativa, possiamo intervenire in modo risolutivo sulle lesioni applicando tre cure diverse».
Il primo approccio consiste nell’infusione, nella zona vicina all’ulcera, di cellule staminali provenienti dal midollo osseo, dal tessuto adiposo o dal sangue periferico.
Il secondo intervento è l’applicazione, direttamente sulla ferita, di un gel realizzato con un plasma ricco di piastrine, detto PRP.
La terza terapia si avvale della somministrazione di ozono.
Questi trattamenti stimolano i fattori di crescita che permettono la rigenerazione dei tessuti.
L’ozonoterapia, in particolare, è risultata altamente efficace nella cura delle lesioni del piede diabetico.
Diversi sono i lavori clinici e le metanalisi pubblicati sulle riviste e sulle piattaforme specializzate nella ricerca medica.
Uno degli ultimi lavori, pubblicato nel febbraio 2019 su “Scientific Research - Case Reports in Clinical Medicine” (vol. 8 n. 2), riporta il caso di una paziente che doveva essere amputata e che invece, grazie all’ozonoterapia, ha salvato la gamba e guarito l’ulcera del piede diabetico.
Lo studio clinico è intitolato “Ozone Therapy in a Patient with Diabetic Foot Ulcerations and a Decision for Amputation”:
https://www.scirp.org/Journal/PaperInformation.aspx?PaperID=90315
Ne sono autori i medici Saltuk Aytacoglu e Barlas Naim Aytacoglu della “Girne American University”, un istituto universitario di medicina fondato nel 1985 a Girne, una città situata nella parte settentrionale dell’isola di Cipro.
Lo studio illustra il caso di una donna di 67 anni, affetta da diabete mellito con ferite aperte nella parte inferiore del piede e secrezione purulenta.
La donna era prossima all’amputazione sopra la caviglia. Aveva subito numerosi interventi, tra cui amputazioni metatarsali dovute a osteomielite, ed era stata sottoposta ad un intenso trattamento di antibiotici, insulina, antipertensivi e antiaggreganti.
Nel corso della cura illustrata nello studio dell’università cipriota, tutti i farmaci, tranne gli antipertensivi, sono stati interrotti.
La paziente è stata trattata con un sacchetto di plastica riempito di ozono per due settimane, e con insufflazioni di ozono per dieci sessioni. Già dopo il terzo trattamento, la parte purulenta delle lesioni era scomparsa e le ferite iniziavano a guarire dalla base verso la pelle.
Insieme all’efficacia battericida, virucida e fungicida, l’ozonoterapia ha stimolato e sovraregolato il sistema antiossidante con i suoi benefici effetti.
In conclusione, i medici autori dello studio hanno consigliato a tutti i pazienti affetti da “Diabetic Foot Ulceration” (DFU), con origine neurogena e/o vascolare, di utilizzare l’ozonoterapia prima di prendere una decisione in merito all’eventuale amputazione.
Attraverso altri studi e ricerche si è avuta la conferma che l’ozonoterapia può evitare l’amputazione e che, anche nei casi più gravi, può consentire di effettuare un’amputazione meno invalidante, per una migliore qualità di vita del paziente.
Indagando su quanti e quali medici praticano l’ozonoterapia per curare le lesioni del piede diabetico, di recente sono venuto a conoscenza di un’amputazione evitata poche ore prima che il paziente venisse portato in sala operatoria.
A decidere di praticare l’ozonoterapia nel caso in questione è stata la dottoressa Helga Cosolo, Tenente Colonnello specialista in chirurgia generale e d’urgenza al Policlinico Militare Celio di Roma.
Questa storia sarà oggetto di un prossimo articolo.
Antonio Gaspari
Direttore Orbisphera
www.orbisphera.org
antonio.gaspari@orbisphera.org