La situazione era disperata, la leishmaniosi stava uccidendo la cagnolina, poi l’ozonoterapia…

Scritto il 24/08/2022

«Emma è una cagnetta di sei anni di razza “Épagneul Breton”. Affetta da leishmaniosi stava malissimo, perdeva peso e non trovavo nessuna cura per evitare la perdita di proteine dalle urine; ero disperato, avevo cominciato a pensare alla soppressione, poi ho scoperto l’ozonoterapia…».

 

A raccontare la storia della cagnolina Emma è il medico veterinario Luigi La Malfa.

 

La cagnolina era risultata positiva alla leishmaniosi, una malattia parassitaria molto fastidiosa e difficile da curare, quando aveva 8 mesi. 

 

Quando la cagnetta era ancora cucciola – ha spiegato il dott. La Malfa –, aveva fatto due cicli di terapia con farmaci specifici come il Glucantime, e per alcuni anni aveva mantenuto un discreto stato di salute, con la leishmaniosi sotto controllo.

 

Poi, verso la fine di marzo del 2022, la leishmaniosi si è risvegliata. I valori dell’infezione erano molto alti, era presente una grave anemia del sangue e i reni cominciavano a dare seri segni di sofferenza.

 

A quel punto il dott. La Malfa ha replicato la terapia classica, e cioè punture quotidiane di Glutantime.

 

Dopo una decina di giorni ha ripetuto le analisi, ma i valori, invece di migliorare, erano ulteriormente peggiorati.

 

La situazione si stava aggravando; nonostante le trasfusioni a cui era sottoposta, la cagnetta perdeva peso, era molto debole, e i reni perdevano proteine.

 

Dopo tre trasfusioni di plasma e quattro flebo per cercare di dare un po’ di respiro ai reni, la situazione sembrava volgere al peggio.

 

Ha raccontato il dott. La Malfa:

 

«Ero disperato e non sapevo cos’altro fare. Poi, un giorno, un mio cliente mi ha consigliato di provare con l’ozono.

 

Questo mio cliente si era appena recato dalla dottoressa veterinaria Alessandra Frosi per curare con l’ozonoterapia la sua cagnetta, che aveva bisogno di infiltrazioni dopo due interventi per ernie del disco che non avevano avuto gli effetti sperati.

 

Avevo conosciuto questo cliente presso un ortopedico, che collabora con la Clinica Veterinaria Borghesiana dove la sua cagnetta era stata operata. Nel giro di due settimane la cagnolina aveva subito due interventi per la rimozione di un’ernia lombare e di un’ernia cervicale.

 

La cagnolina stentava a riprendersi, così gli avevano consigliato l’ozonoterapia, e in effetti, dopo le cure praticate dalla dottoressa Frosi, la situazione era migliorata moltissimo.

 

Per saperne di più sull’ozonoterapia, questo mio cliente aveva acquistato il libro “Ozonoterapia in Veterinaria” e, neanche a farlo apposta, il primo capitolo parlava proprio di Gastone, un cane di razza Carlino che era affetto da una gravissima forma di leishmaniosi e che era stato curato con l’ozonoterapia.

 

Avevo sentito parlare dell’utilizzo dell’ozonoterapia nella medicina umana – ha precisato il dott. La Malfa – ma non sapevo nulla del suo utilizzo in veterinaria.

 

Mi sono fatto prestare il libro che ho letto avidamente in un giorno. Dopodiché ho chiamato la dottoressa Frosi. Ero disperato perché la cagnolina era quasi moribonda.

 

Prima di parlare con la Frosi, avevo interpellato altri colleghi, mi ero consultato con loro sulle terapie farmacologiche più efficaci, ben sapendo quant’è tremenda e tenace la leishmaniosi.

 

Ero cosciente che Emma non aveva molte possibilità di sopravvivere. La leishmaniosi, soprattutto nella forma viscerale, è difficilissima da curare.

 

La dottoressa Frosi mi ha chiesto altre analisi insieme a quelle già fatte, dopodiché le ho portato con urgenza la cagnolina per praticare l’ozonoterapia.

 

Dopo la prima somministrazione di ozono, la cagnolina era ancora in stato di sofferenza, ma, ricontrollando i valori della creatinina, risultava che ne perdeva molto meno, e questa era una buona notizia.

 

Mentre praticavamo l’ozonoterapia i valori delle infezioni renali hanno incominciato ad abbassarsi. Nel giro di 20-30 giorni erano tornati quasi normali.

 

Nel primo mese la cagnolina ha praticato l’ozono con somministrazioni endorettali due volte a settimana, poi una volta a settimana.

 

Dopo le sessioni di ozonoterapia, il rapporto tra le proteine renali, cioè le proteine che l’animale perdeva dalle urine (UP/CR), era passato dal valore di 10 al valore di 1.

 

Il valore fisiologico è sotto lo 0,5, ma era evidente che l’insufficienza renale stava per essere superata.

 

La cagnolina che, a causa della perdita di proteine dalle urine, era arrivata a pesare 9,5 chili, dopo le sessioni di ozonoterapia è tornata a pesare 14 chili…».

 

«Emma adesso sta bene – ha detto con soddisfazione il dott. La Malfa –, non perde più le proteine e assimila quello che mangia. Devo ammettere che all’inizio ero scettico, perché non conoscevo né avevo mai praticato l’ozonoterapia. Invece la dottoressa Frosi, nonostante la situazione fosse critica, era molto fiduciosa…».

 

Circa l’esito delle cure il dott. La Malfa ha precisato: «Se l’ozonoterapia è in grado di curare tutte le leishmaniosi in maniera radicale non posso dirlo, ma per quanto riguarda la mia cagnolina posso affermare che l’ozonoterapia è stata decisiva e i risultati sono stati eccellenti».

 

«Quando ho portato la mia cagnolina dalla dottoressa Frosi – ha concluso La Malfa – la situazione era molto grave, ma già dopo la seconda somministrazione si è manifestato un netto miglioramento. Dal punto di vista della funzionalità renale, l’ozonoterapia si è rivelata eccezionale…».

 

Per dire che l’ozonoterapia rappresenta la cura definitiva contro la leishmaniosi servono altri lavori clinici e studi sulle quantità e le concentrazioni di ozono per i protocolli di cura. Di certo, appare evidente il potente effetto germicida.

 

Dopo questa esperienza il dott. La Malfa ha approfondito la conoscenza e la pratica dell’ozonoterapia in veterinaria e ha seguito le lezioni che la FNOVI (Federazione nazionale ordini veterinari italiani) ha messo a disposizione dei medici veterinari:

https://www.orbisphera.org/Pages/Articoli/6602/Introduzione_all%e2%80%99ozonoterapia_in_veterinaria_sul_sito_web_della_FNOVI_le_videoconferenze

 

Ed è ora sua intenzione seguire il corso che la FNOVI sta organizzano per il mese di ottobre.

 

Antonio Gaspari

Direttore Orbisphera

www.orbisphera.org

antonio.gaspari@orbisphera.org

 

 

Per una conoscenza più approfondita delle capacità curative dell’ozono in ambito veterinario, si consiglia il libro:

Antonio Gaspari, “Ozono in Veterinaria”

https://www.amazon.it/dp/B08VR8QPYJ