Dopo un calvario di tre interventi consecutivi per rimuovere delle ernie discali, con la ferita da bisturi gonfia ed infetta, una manifesta immunodeficienza e antibiotico resistenza, la febbre a 40 gradi che non scendeva, Margot, una bassottina di 4 anni, sembrava prossima al decesso.
I medici veterinari avevano già prospettato l’idea di “addormentarla”. I proprietari di Margot erano disperati, e avevano iniziato a manifestare a parenti ed amici il loro dolore per l’ormai prossima perdita della cagnetta…
La bassottina era molto sofferente e tutto sembrava precipitare… fino a quando il chirurgo ha suggerito di rivolgersi alla dottoressa Alessandra Frosi, esperta in ozonoterapia.
Da quel momento è iniziata un’altra storia.
A raccontare la vicenda della bassottina è il proprietario, Fabrizio Malerba, che è rimasto colpito e provato dal precipitare della salute di Margot, ma parimenti impressionato dalle capacità curative e rigenerative dell’ozono.
Margot, oggi, è una cagnetta assai vispa e vitale.
Nel febbraio del 2021 aveva iniziato a soffrire di ernia discale: un problema così doloroso e limitante da richiedere l’intervento chirurgico.
Nonostante la buona riuscita dell’intervento, Margot continuava a provare dolore. La Tac rivelava una extralaminazione ossea.
Nel marzo del 2022 si è reso necessario un secondo intervento per operare un’altra ernia.
In quella circostanza il chirurgo è ricorso alla levigazione della lamina vertebrale allo scopo di ridurre i disturbi generati dall’ernia.
Durante l’operazione il chirurgo ha anche toccato le radici nervose che erano incastrate nell’osso che si era laminato.
Come conseguenza la bassottina ha subito una paralisi temporanea della coda e della zampa posteriore destra.
Dopo circa due settimane Margot ha ricominciato a muovere leggermente la coda e successivamente la zampa.
Quando sembrava che la bassottina, seppur debilitata, si stesse riprendendo, si è scoperto che era affetta da discospondilite: una grave infezione che colpisce la colonna vertebrale e che può diffondersi nell’organismo con esiti letali.
Per cercare di fermare l’infezione, Margot è stata sottoposta a cure con antibiotici, analgesici e antinfiammatori.
Dopo qualche settimane sembrava che il focolaio di discospondilite si stesse spegnendo, ma proprio allora è spuntata una terza ernia e il 13 maggio la bassottina è stata sottoposta ad un altro intervento chirurgico.
Due settimane dopo l’intervento Margot stava malissimo, camminava a fatica, era dolorante, aveva la febbre a quaranta ed un bozzo enorme sulla parte della colonna vertebrale dove era stata operata.
Riportata d’urgenza dal chirurgo, sembrava che la situazione stesse precipitando. I medici non sapevano più che fare… e aveva cominciato a farsi strada la proposta di “addormentare” Margot.
A quel punto il chirurgo ha suggerito di rivolgersi alla dottoressa Alessandra Frosi che, grazie all’ozonoterapia, era riuscita a risolvere dei casi disperati.
Ha raccontato Fabrizio:
«Margot aveva quaranta di febbre, era molto sofferente, con un enorme bozzo sulla schiena dove era stata operata.
La dottoressa Frosi l’ha accolta con dolcezza, le ha somministrato l’ozono tramite una endorettale ed ha iniziato a fare iniezioni di ozono nella zona circostante il bozzo e la ferita.
L’effetto dell’ozonoterapia è stato rapido. La febbre si è subito abbassata e la schiena di Margot si è rilassata: sembrava che provasse poco o nessun dolore, mentre anche il bozzo tendeva a ridursi.
Il giorno dopo la Frosi ha ripetuto la terapia di ozono, sempre praticato con endorettale e iniezioni paravertebrali.
Via via che venivano effettuate le successive sedute di ozonoterapia, Margot manifestava un crescente miglioramento.
Non solo era ormai superato il rischio di “addormentarla”, ma la bassottina stava recuperando vita, appetito, mobilità e vivacità.
Dopo tanto soffrire, mi sembrava un miracolo!
L’edema che era causa del rigonfiamento si era ridotto e la crosta sulla ferita aveva iniziato a staccarsi.
Il 13 maggio la crosta che copriva la ferita si è staccata definitivamente. Quando la crosta è caduta, si potevano intravedere i dischi della colonna e l’infezione che era ancora presente intorno alle vertebre.
A quel punto la dottoressa Frosi ha aggiunto alle iniezioni paravertebrali il trattamento con sacchetto affinché l’ozono potesse agire direttamente sulla ferita.
Abbiamo medicato ogni giorno, mattina e sera, la ferita lunga tra i dodici e i quindici centimetri, aggiungendo anche olio ozonizzato ad alta concentrazione.
Devo ammettere di essere rimasto scioccato nel vedere come l’ozono agiva nella disinfezione e nella rigenerazione dei tessuti.
Sono rimasto impressionato anche dagli effetti immediati dell’olio ozonizzato: quando lo spalmavo sulla ferita questa cambiava colore, il sangue da scuro diventava rosso e i tessuti circostanti sembravano rigenerarsi.
La piaga della ferita, profonda tre centimetri, si è ridotta progressivamente e il 20 di giugno si era ricreato un tessuto sufficiente per suturare la ferita.
Continuando la cura, verso la metà di luglio Margot stava così bene che era difficile tenerla… era tornata attivissima anche nella caccia alle lucertole.
Se penso che, alla fine di aprile, Margot stava per essere “addormentata”, resto sbalordito dinanzi alla straordinaria azione terapeutica dell’ozono.
Nel mese di luglio Margot è stata punta da una vespa sulla zampa anteriore, tanto che non la appoggiava più e guaiva. Ho spalmato sopra la puntura l’olio ozonizzato, che ormai porto sempre con me, e dopo un breve periodo di tempo la bassottina ha smesso di provare dolore ed ha ricominciato a correre.
Tra i tanti benefici dell’ozono devo anche annoverare l’economicità. Per ogni operazione che Margot ha subito ho speso circa 2.600 euro. Ho dovuto ricorrere a un mutuo per pagare tutti gli interventi. Il mutuo si estinguerà nel giugno del 2023.
L’ozonoterapia è enormemente più economica. Per essere curata e guarita, Margot ha praticato 15 sedute di ozonoterapia e il costo complessivo è stato pari a circa un terzo del costo di una sola operazione chirurgica.
Per questi motivi, a tutti gli amici e conoscenti che hanno animali domestici consiglio di rivolgersi ai veterinari che praticano l’ozonoterapia, a cominciare dalla dottoressa Frosi».
Antonio Gaspari
Direttore Orbisphera
www.orbisphera.org
antonio.gaspari@orbisphera.org
Per una conoscenza più approfondita delle capacità curative dell’ozono in ambito veterinario, si consiglia il libro:
Antonio Gaspari, “Ozono in Veterinaria”
https://www.amazon.it/dp/B08VR8QPYJ