L’Ozonoterapia per curare l’Iperplasia Prostatica Benigna

Scritto il 04/12/2022

L’Ipertrofia Prostatica Benigna (IPB) è causata dall’ingrossamento della ghiandola prostatica, che comprime il canale uretrale causandone una parziale ostruzione e interferendo con la capacità di urinare.

 

È una patologia che colpisce la maggior parte della popolazione maschile over 50.

 

Dalle rilevazioni effettuate nel settembre del 2021, risulta che ne sono affetti più di sei milioni di italiani sopra i 50 anni. Ne soffrono, per la precisione: il 50% degli uomini tra i 50 ed i 60 anni; il 70% degli uomini tra i 60 e i 70 anni; e il 90% degli over 70.

 

Tale patologia provoca diversi tipi di disturbi: necessità di alzarsi più volte durante la notte per urinare; urgenza di vuotare la vescica in modo frequente anche durante il giorno; bruciore durante e dopo la minzione; getto di urina che diventa più debole con una sensazione di mancato svuotamento.

 

Se trascurata, l’IPB può provocare, a lungo andare, l’ostruzione anatomica dell’uretra e problemi all’apparato urinario, con la necessità di ricorrere a cure farmacologiche e persino chirurgiche.

 

La tecnica chirurgica più utilizzata per il trattamento dell’ipertrofia prostatica è la resezione endoscopica transuretrale (TURP). Secondo i dati rilevati nel 2003, in Italia sono stati 14.854 i pazienti costretti all’intervento chirurgico.

 

Tra le diverse cure sperimentate, si è rivelata di notevole efficacia l’ozonoterapia tramite insufflazione rettale.

 

A tale proposito, il dott. Ermanno Lombardo, specialista estetico, posturologo e ozoterapeuta, ha presentato, a conclusione del Master in Ossigeno Ozono Terapia svoltosi presso l’Università Unicamillus, una tesi dal titolo: “Effetti dell’Ossigeno-Ozono Terapia nell’Iperplasia Prostatica Benigna”.

 

Nella sua tesi il dott. Lombardo ha illustrato i risultati della sperimentazione clinica relativa a 6 pazienti affetti da Ipertrofia Prostatica Benigna (IPB), trattati con ozonoterapia somministrata per infusione trans rettale.

 

Per saperne di più “Orbisphera” lo ha intervistato.

 

Dott. Lombardo, può esporci i contenuti e i risultati della sua tesi “Effetti dell’Ossigeno-Ozono Terapia nell’Iperplasia Prostatica Benigna?

 

L’obiettivo di questo studio scientifico era quello di valutare l’efficacia della ozonoterapia praticata per via trans rettale, ai fini della riduzione della sintomatologia causata dalla IPB.

 

La sperimentazione si è svolta su 6 pazienti di sesso maschile, di età compresa tra i 57 e gli 84 anni, affetti da IPB, i quali sono stati trattati con insufflazioni rettali di ozono, somministrate con frequenza settimanale e per una durata complessiva di 8 settimane.

 

In base alle misurazioni effettuate secondo gli indici internazionali di valutazione (IPS score), tutti i pazienti hanno presentato un netto miglioramento della sintomatologia. Sono scomparsi i disturbi più comuni, come l’impellenza di andare ad urinare di notte durante il sonno, o la sensazione di incompleto svuotamento. La qualità della vita e lo stato di salute conseguenti al trattamento sono stati valutati da tutti i pazienti in maniera positiva: tutti hanno riferito di star meglio e di vivere meglio.

 

Abbiamo dunque la conferma che l’ozono influisce sulla IPB con la riduzione dell’edema della ghiandola prostatica e con l’eliminazione dell’infiammazione che l’ingrandimento della prostata produce sui circostanti tessuti.

 

Grazie all’ozono, la prostata si riduce di dimensioni e non genera più i sintomi fastidiosi.

 

Dal punto di vista clinico, le conclusioni del mio studio sono sovrapponibili a quanto riportato da diversi altri lavori scientifici pubblicati su riviste internazionali.

 

L’ozonoterapia si rivela, inoltre, molto valida nel rapporto costi-benefici: e anche questo costituisce un motivo di gradimento tra i pazienti.

 

Come e quando ha conosciuto l’ozonoterapia?

 

Mi sono avvicinato all’ozonoterapia negli anni in cui ero studente all’Università, grazie al mio primo maestro, il dott. Alberto Bellelli, che mi ha insegnato l’utilizzo dell’ozono per curare il dolore e le patologie che colpiscono la schiena. Ma solo più recentemente ho potuto sperimentare gli effetti terapeutici dell’ozono nella cura di diverse patologie, grazie al dott. Vincenzo Dell’Anna.

 

Ho conosciuto il dott. Dell’Anna quale docente ai Master e Tutor nella pratica clinica. È stato lui che mi ha fatto scoprire le potenzialità infinite dei trattamenti con ozono.

 

Che cosa l’ha convinta a praticare l’ozonoterapia?

 

Ciò che mi ha spinto a praticare, ad ampio spettro, l’ozonoterapia è stata proprio la sua versatilità: è uno dei pochi strumenti terapeutici che può curare con efficacia diversi tipi di patologie. La medicina moderna spesso pensa a cancellare il sintomo, senza curarsi della causa che lo ha prodotto. L’ozono, invece, cancella il dolore e i sintomi grazie alle sue qualità di cura del nesso causale. Si tratta di una rivoluzione per la medicina moderna, che comporta anche la possibilità di ridurre l’uso dei farmaci.

 

Ne consiglierebbe l’utilizzo ai colleghi?

 

Consiglierei l’utilizzo dell’ozonoterapia per una semplice considerazione che, spesso, è dimenticata in medicina: “primum non nocere”. L’ozono, infatti, non ha alcun effetto collaterale.

 

Ritengo che l’ozonoterapia andrebbe considerata nel ventaglio di strumenti a disposizione di ogni medico, anche solo come coadiuvante delle terapie canoniche.

 

Bisogna essere onesti con i pazienti: mai raccontare di effetti miracolosi o di guarigioni improvvise. Per quanto riguarda l’ozono, ai miei pazienti dico semplicemente: «l’ozono fa male solo se non lo fai…».

 

Intervista a cura di Antonio Gaspari

Direttore Orbisphera

www.orbisphera.org

antonio.gaspari@orbisphera.org

 

PER SAPERNE DI PIÙ:

Intraprostatic ozone therapy: A minimally invasive approach in benign prostatic hyperplasia

Shabbir Hussain, Deepti B Sharma, Fanindra S Solank, Ajay Pathak, Dhananjay Sharma.

Department of Surgery, NSCB Medical College, Jabalpur, Madhya Pradesh, India.

Pubblicato su Urology Annals Jan-Mar 2017.

doi: 10.4103/0974-7796.198843.

https://www.pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28216927/#affiliation-1