NINA ERA PARALIZZATA, DOVEVA OPERARSI D’URGENZA, POI… L’OZONOTERAPIA

Scritto il 18/03/2023


Nina è una graziosa cagnetta meticcia di sei anni. Il 21 gennaio, di ritorno da una passeggiata all’aperto, ha cominciato a guaire per il dolore e non riusciva più ad alzarsi e camminare. Le zampe e la parte posteriore del corpo erano paralizzate.

A raccontare ciò che è accaduto è la signora Francesca Nardini, sposata con due figlie, che oltre a Nina possiede anche altri due cani.

Ci ha spiegato la signora Nardini che l’amore per i cani l’ha avuto fin da bambina, ereditandolo da sua madre, appassionata di animali.

C’è stato un momento in cui le due figlie di Francesca hanno chiesto di avere un cane. La signora Nardini ha messo in giro la voce tra gli amici. Uno di questi ha un rifugio per cani a Sacrofano e l’ha messa in contatto con un’amica che aveva una cagnetta di sei mesi che non poteva tenere.

Francesca si è recata a Castelnuovo di Porto e lì ha conosciuto una graziosa cagnetta di sei mesi, una meticcia con una lunga schiena, alla quale ha dato il nome di Nina.

Forse a causa di negative esperienze o per via del suo carattere, all’inizio Nina era piuttosto timorosa e diffidente: «Prima di conquistare la sua fiducia ci abbiamo messo un bel po’ di tempo», ci ha detto Francesca. «Aveva difficoltà a fidarsi degli adulti… ma poi, a partire dal rapporto con le mie due figlie, si è affezionata. Superata la prima ritrosia, Nina si è rivelata una cagnolina dolce e affettuosa, sempre alla ricerca di amore e di carezze».

«Non conoscevo le sue esperienze precedenti, sapevo solo che aveva cambiato tre proprietari. In ogni caso la cagnolina godeva di ottima salute, l’abbiamo registrata all’anagrafe canina ed è diventata a tutti gli effetti parte integrante della nostra famiglia».

Tutto bene fino a quando, il 21 gennaio, al ritorno da una passeggiata, le due figlie hanno raccontato a Francesca che Nina aveva cominciato a guaire per il dolore e non riusciva più ad alzarsi da terra. La parte posteriore del bacino e le due zampe posteriori erano completamente paralizzate.

Francesca ha cercato di tranquillizzare le figlie, ma era molto preoccupata. Così la mattina dopo ha preso un permesso dal lavoro ed ha portato Nina dal veterinario.

Dopo la visita, la diagnosi era molto preoccupante. Nina era paralizzata nella parte posteriore, non riusciva a muovere le zampe né il bacino. Il medico veterinario aveva rilevato gravi problemi neurologici ed aveva invitato Francesca a portare d’urgenza la cagnetta presso un Centro Veterinario che si trova nel quartiere Aurelio di Roma.

Alle ore 14,00 Francesca e Nina erano già al Centro Veterinario. Durante la visita è stata trovata un’ernia del disco che interrompeva il flusso delle informazioni nervose che passano attraverso il midollo spinale. Era questo il motivo per cui gli arti inferiori erano paralizzati.

I medici del Centro hanno proposto a Francesca di procedere a un intervento chirurgico immediato. Costo dell’operazione: 3.600 Euro.

Il costo era alto, ma soprattutto la soluzione del problema non era certa. Così Francesca si è consultata con suo marito e con una veterinaria che praticava la sterilizzazione di piccoli animali.

Quest’ultima ha confermato a Francesca che, al di là del costo elevato, l’intervento chirurgico non garantiva la certezza della guarigione, perché in questi casi è altissima la percentuale di recidive.

Per decidere cosa fare, Francesca si è consultata anche con sua sorella, che possiede un mastino napoletano che aveva fatto operare all’età di tre mesi e che ora ha sette anni.

La sorella ha confermato a Francesca quanto detto dalla veterinaria: l’operazione, purtroppo, non è risolutiva nemmeno per gli esseri umani e la recidiva è altamente probabile. Per cui bisognava pensare ad altre soluzioni.

Ha raccontato la signora Nardini: «Sono tornata a casa pensierosa, preoccupata e scoraggiata. Ho acceso il computer e sono stata tutta la notte a fare ricerche in rete. Ho cercato informazioni sulle ernie del disco, su come venivano curate, sui rischi e le complicazioni prima e dopo l’intervento chirurgico... Ho continuato a leggere e riflettere finché non ho trovato il nome della dottoressa veterinaria Alessandra Frosi, che in questi casi utilizzava con successo l’ozonoterapia. Non sapevo nulla dell’ozonoterapia, ma non avevo alternative: ho cercato i recapiti della Frosi e, quando ho realizzato che aveva l’ambulatorio a Roma, ho incominciato ad avere qualche speranza…».

«La mattina del 23 gennaio le ho telefonato. Appena compresa la gravità della situazione, la dottoressa mi ha invitata a portare subito la cagnetta in ambulatorio. Nel pomeriggio ero da lei e la Frosi, sulla base della sua esperienza, ha individuato subito due ernie: una a metà schiena e l’altra nella parte bassa vicino alla coda. Un quadro clinico decisamente preoccupante. Per cui la Frosi mi ha proposto di praticare alla cagnetta l’ozonoterapia».

«Abbiamo iniziato immediatamente. La dottoressa Frosi ha effettuato delle infiltrazioni con ozono nelle paravertebre vicine alle ernie ed ha praticato a Nina una insufflazione rettale».

«Già dopo la prima seduta ho potuto constatare che il dolore si era attenuato. Nina, che avevo portato in ambulatorio dolorante, abbattuta e paralizzata, dopo aver praticato l’ozono sembrava meno dolorante e più rilassata».

«Non sapevo nulla dell’ozonoterapia. La Frosi mi ha spiegato che cos’era, come agiva e perché veniva utilizzata anche nella cura delle ernie. Le sue spiegazioni sono state esaustive e convincenti. Mi ha detto di non dare alla cagnetta nessun farmaco antidolorifico perché voleva capire come reagiva all’ozonoterapia».

«Nina si trovava in una fase acuta dell’infiammazione, e nonostante l’ozonoterapia che le è stata praticata cinque volte in due settimane, permaneva la condizione di paralisi. Per tre settimane è stata totalmente paralizzata, non riusciva a muoversi, ad accucciarsi, né ad alzarsi per fare i suoi bisogni».

 

«Nina è rimasta paralizzata fino a metà febbraio», ha raccontato la signora Nardini. «Poi una mattina, mentre mi preparavo a portare fuori gli altri due cani, ho visto Nina alzarsi dalla cuccia e venirmi dietro…».

«Non mi pareva vero: Nina si era alzata dalla cuccia e aveva iniziato a camminare! Stupita e piena di gioia le ho messo il guinzaglio e l’ho presa in braccio; così, senza farle fare le scale, l’ho portata all’aperto e l’ho appoggiata sul marciapiede, dove ha fatto i suoi bisogni allargando le anche e drizzando la schiena».

«Ero emozionata. Ho subito telefonato alla dottoressa Frosi, che è stata molto contenta e mi ha detto di non farle fare le scale e di ricominciare a portarla fuori».

«Dopo l’ottava seduta di ozonoterapia, Nina ha ripreso a camminare velocemente, saltare gli ostacoli e correre con rapidità e naturalezza».

«Durante la malattia non aveva mai perso l’appetito, anche se nella prima settimana della paralisi era triste, spaventata, si vergognava perché si faceva i bisogni addosso. Adesso anche l’umore è più alto, interagisce in maniera affettuosa, è più sicura di sé e sembra più fiduciosa. Anche quando la porto nell’ambulatorio della dottoressa Frosi è molto più rilassata».

La signora Nardini ha confessato che, pur essendo di natura una persona positiva e pur avendo piena fiducia nella dottoressa Frosi, aveva difficoltà a nutrire speranze, perché non riusciva a comprendere in che modo l’ozono poteva eliminare l’ernia e risolvere la paralisi della cagnetta.

Poi, quando ha visto Nina alzarsi e camminare, beh… allora le si è riempito il cuore di gioia.

La malattia di Nina, e il modo in cui è stata affrontata, è stata un’esperienza che ha fatto maturare tutta la famiglia, in special modo la più piccola delle figlie di Francesca, che ha imparato a prendersi cura della cagnetta bisognosa di attenzioni.

La guarigione di Nina ha inoltre permesso a tutta la famiglia di conoscere la grande efficacia dell’ozono, e ha rafforzato la fiducia nella collaborazione tra umani per affrontare e risolvere i problemi di salute.

Francesca ha concluso esprimendo le sue congratulazioni alla dottoressa Frosi, che, insieme all’eccellenza professionale, ha mostrato una grande disponibilità sul piano umano.

 

Intervista a cura di Antonio Gaspari