LA STORIA DI BILLA CHE, GRAZIE ALL’OZONO, È GUARITA DA UN’INFEZIONE ANTIBIOTICO RESISTENTE

Scritto il 16/05/2023


«Billa, è una miracolata, e grazie all’ozono è scampata all’eutanasia». 

Chi parla così è la signora Maria Angelucci, proprietaria di Billa una graziosa cagnetta di quattro anni.

Ci ha raccontato la signora Angelucci:

«L’abbiamo trovata che aveva circa due mesi. Era stata gettata e abbandonata di fronte al nostro garage. Billa è una cagnetta deliziosa: un incrocio tra un pinscher e un volpino.

Seppure traumatizzata, fino all’età di quattro anni è cresciuta bene.

Poi, una mattina di ottobre dello scorso anno, è accaduto che Billa non riusciva più ad alzarsi da terra, era sofferente e le zampe non la sorreggevano.

L’abbiamo portata d’urgenza presso una clinica veterinaria che si trova vicino alla nostra abitazione. Le hanno fatto subito una risonanza magnetica che ha rivelato un’ernia del disco con una parte del midollo necrotizzata.

Il medico chirurgo veterinario ha deciso subito di operarla. Ma dopo cinque giorni di ricovero la salute di Billa non sembrava migliorare. La cagnetta era gonfia e dolorante, incapace di alzarsi e di muoversi.

Al momento delle dimissioni dalla clinica veterinaria, mio figlio si è accorto che Billa perdeva sangue dalla zona dove era stata operata. Il personale sanitario ha perciò deciso di cambiare la medicazione, ma, ad una analisi più approfondita, è risultato che c’era un’infezione in corso. La ferita è stata quindi riaperta e ripulita in tutte le parti.

Tutto ciò ha comportato altri cinque giorni di ricovero in clinica. Ma nel momento in cui Billa doveva tornare a casa, il medico chirurgo ci ha comunicato che la cagnetta era affetta da un batterio antibiotico resistente. Si trattava di un’infezione molto grave.

A quel punto il veterinario mi ha invitato a portare con urgenza la cagnetta dalla dottoressa Alessandra Frosi che avrebbe potuto risolvere il problema. 

Billa era febbricitante, gonfia, e sulla zona operata aveva un edema grande come una gobba, sembrava un dromedario…

La dottoressa Frosi, dopo averla visitata, mi ha detto che non aveva mai visto un’infezione e un edema così diffusi e importanti. La cagnetta stava così male da essere prossima all’eutanasia.

La dottoressa Frosi – ha continuato la signora Maria – mi ha detto anche che bisognava subito sottoporre Billa all’ozonoterapia, una cura di cui io non avevo mai sentito parlare.

La Frosi l’ha subito trattata con infiltrazioni lungo la schiena e con insufflazioni rettali con ozono. Fin dal primo trattamento la cagnetta ha iniziato a migliorare, tornando infine a camminare e a riprendere tutte le funzioni vitali.

Posso dire che, grazie all’ozono, la dottoressa ha fatto un vero e proprio miracolo. Billa si è sgonfiata ed ha ripreso a correre e saltare.

Non avevo mai sentito parlare dell’ozono come metodo curativo, e non avrei mai immaginato che potesse essere così efficace.

 

Adesso ogni volta che guardo Billa – ha concluso la signora Angelucci – sono estremamente grata alla dottoressa Frosi e al veterinario che me l’ha fatta conoscere. Ho raccontato la vicenda di Billa a tutte le mie amiche. Sono felice di aver conosciuto un metodo così innovativo ed efficace per affrontare patologie tremende come l’antibiotico resistenza».

Per conoscere più in dettaglio la patologia che aveva aggredito Billa e gli effetti dell’ozono ai fini della guarigione, “Orbisphera” ha intervistato la dottoressa Alessandra Frosi.

«La cagnetta aveva subito una “mini-emilaminectomia multipla”: ossia un intervento chirurgico di tipo decompressivo a livello spinale che serve per ridurre la stenosi del canale spinale», ha spiegato la Frosi.

«Billa è stata operata perché affetta da ernie multiple nel tratto toraco spinale e, nel periodo post operatorio, si è infettata con la Klebsiella, che è un batterio antibiotico resistente. È stata trattata per 40 giorni con antibiotici specifici ma senza alcun esito. L’infezione si è estesa ed è diventata più acuta.

La cagnetta ha continuato ad avere febbre e a non camminare, ed è arrivata in ambulatorio con un edema enorme che l’aveva gonfiata in prossimità della ferita da intervento. Era un edema infetto: un vero e proprio ascesso della parte operata nella zona destra nell’emitorace.

A causa dell’infezione la cagnetta non mangiava, non deambulava e non urinava da giorni».

A questo punto la dottoressa Alessandra Frosi ha iniziato a curare Billa con l’ozonoterapia.

«Ho praticato da subito l’ozono somministrandolo con infiltrazioni e insufflazioni rettali», ha precisato la Frosi.

«All’inizio la signora Angelucci era scettica e temeva di perdere Billa. Io stessa, pur avendo una lunga e variegata esperienza di casi simili curati con successo, era cosciente delle gravissime condizioni in cui si trovava la cagnetta.

Le prime cure le ho praticate a scadenza settimanale, poi, via via che Billa migliorava, ho iniziato a distanziarle nel tempo.

 

Nel giro di pochi mesi Billa ha ricominciato a stare in piedi e a camminare, e poi ha anche ripreso ad urinare normalmente».

Nel periodo in cui la cagnetta non riusciva ad urinare, i proprietari avevano adottato la tecnica della pressione addominale. Ma, via via che aumentavano le sedute di ozonoterapia, Billa ha ripreso a urinare da sola e, andando all’aperto, stimolata dagli odori, ha riconquistato una autonoma capacità di minzione.

«Per contrastare l’infezione diffusa, ed in particolare per contrastare l’infezione renale che è molto frequente in questi casi, ho somministrato l’ozono per via sistemica attraverso le insufflazioni rettali», ha spiegato ancora la Frosi.

«Billa non urinava perché il tratto di midollo interessato dalle ernie era infetto. Si tratta della parte del midollo lombare che controlla la minzione: si era generato un fenomeno di mancanza di controllo vescicale, noto come “vescica neurogena” (o “neurologica”).

Il rischio era che il batterio avesse già fatto seri danni, cioè che i batteri antibiotico resistenti avessero già attaccato il fegato e i reni: per questo le ho somministrato subito l’ozono per via sistemica. E ha funzionato.

Di recente Billa ha fatto un’ecografia e tutti gli esami del sangue, ed è risultata sana al cento per cento. Non c’è nessuna traccia dei batteri resistenti che l’avevano colpita.

Questo significa che l’ozono non solo ha svolto una funzione antibatterica, ma ha anche esercitato una funzione di rigenerazione delle aree lesionate dai batteri. 

La rigenerazione dei tessuti nella parte operata risulta evidente, ed è altresì evidente che l’ozono, somministrato in maniera sistemica, ha favorito l’attivazione delle cellule staminali e della rigenerazione. Altrimenti non si spiegherebbero una guarigione e un recupero come quelli che abbiamo riscontrato in Billa».

Nella bibliografia veterinaria è ben noto che molti cani operati con successo per ernie al disco e spondiliti varie non guariscono in maniera completa. In molti casi, dopo l’intervento chirurgico, i danni neurologici rimangono presenti, seppure in forma più leggera.

Alessandra Frosi ha concluso affermando che l’ozonoterapia non l’ha mai tradita: tutti i casi da lei trattati hanno avuto esito positivo. 

I materiali documentali dei casi da lei trattati saranno esposti e discussi durante le lezioni del Master in ossigeno ozono terapia in medicina veterinaria che si svolgerà a Roma ad ottobre.

MASTER IN OZONOTERAPIA:

https://www.unicamillus.org/it/master-e-corsi-in-aula/ossigeno-ozonoterapia-potenzialita-attuali-e-prospettive-future-in-medicina-veterinaria/